Il sacchetto rosso

Oggi mi e' capitato uno di quei dejavu di cui solo la spiegazione che ne da' Matrix risulta per me convincente.

E' un periodo che sono indaffaratissima ad organizzare party ed addii per amiche che se ne vanno (e cio' e' mooooolto triste. L'argomento meriterebbe post e post). 
Dopo aver dormito poco e male per tre notti cercando di portare a termine un album di foto e ricordi, oggi mi sono incamminata di gran fretta  in direzione della copisteria. Ero in ritardo (come al solito), sotto il sole (oggi un caldo cinese), con la borsa pesante (perche' conteneva il PC), con la paura che il negozio mi rifiutasse il lavoro (perche' in ritardo di un giorno sulla tempistica pattuita). La mia amica non si era presentata pur essendo d'accordo e pur sapendo che avrei avuto estremo bisogno del suo mandarino (dare spiegazioni informatiche e' decisamente al di sopra della mia portata) ed ero abbastanza furiosa, sudata, sull'orlo di una crisi di nervi, e chi piu' ne ha piu' ne metta. 
Cosa sento a questo punto?   
Un crack. 
Questo crack proviene dalla mia scarpa sinistra che si e' rotta inesorabile...lasciandomi li' col piede nudo. 
NOOOOOOOO DI NUOVOOOOOO
Come  piu' di un anno e mezzo fa (quando per la precisione ero arrivata in Cina da 19 giorni). 
Quasi alla stessa altezza della stessa strada.
Con le stesse scarpe (e qui ci sta che si siano di nuovo rotte e che cavolo son durate anche troppo)
Non sono queste ma aiutano a capire come si siano rotte
Ed ecco il resoconto di cio' che mi era accaduto allora (sono andata a riesumare la mail che avevo scritto ad alcuni amici):

Continuano le rocambolesche avventure di una semplice vita media italiana
presa e trasportata dall’oggi al domani nel profondo Oriente. 


15 Settembre 2010

Ore 15.15 locali: dopo aver lasciato Karen, la sua nuova amica australiana, la nostra 

eroina si appresta a percorrere i 15 minuti di strada che la separano dalla propria
abitazione con la profonda convinzione che, almeno questa volta, non avrebbe
sbagliato strada (ormai crede con orgoglio di aver imparato che il tratto 

"casa di Karen"/"casa propria" è essenzialmente un segmento retto). 
Difficile perdersi; ma non per l’impavida: tre giorni fa, dopo aver vagato invano 
sotto il sole cocente, non scorgendo nulla di familiare, aveva fermato un taxi 
per poi scoprire di trovarsi a ben 30 metri dalla destinazione...
Comunque, tornando al giorno e all’ora fatidici, la protagonista aveva appena

 iniziato a camminare baldanzosa quando la sua scarpa (sandalo estivo “Gucci”
made in China), dopo aver dato evidenti segni di cedimento durante i giorni scorsi 
(da lei beatamente ignorati), decide di smaterializzarsi con un colpo deciso. 
Lucina indossa indossava un'imitazione di queste
Dopo  aver lanciato un abominevole urlo (al sentire una frustata alle caviglie
l’impavida aveva subito realisticamente creduto  di stare subendo un assalto da parte
di un serpente a sonagli)  rimane lì, sola, in mezzo al traffico indifferente, 
con una inutile scarpa al piede (alla stregua di quando le si era rotta una ciabatta in 
spiaggia... ma lì appunto si parlava di spiaggia e vagare a piedi nudi non e' che fosse 
stato cosi' tanto insolito).
Fatto sta che comincia lo show. Eccola che avanza cercando di tenere il
piede ancorato alla suola con la parte superiore del sandalo svolazzante e
beffarda come una bandiera del Doria dopo un derby finito male per noi. 

Dopo inutili tentativi decide di abbandonare l’ardua impresa e appoggia sul 
nudo suolo lo zampone nudo.
Cammina imperturbabile con la sua scarpa in mano avanzando con quel sorriso
idiota stampato in faccia ( e che solo ogni tanto si accorge di esibire).
Molti la osservano e si divertono parecchio. Anche lei non vuole essere da meno
e comincia a rilassarsi e ad indicare la scarpa ad ogni persona che incontra
ridacchiando di gusto. 

Chiede gesticolando, ma in realtà non sa neanche cosa stia chiedendo. 
Le danno indicazioni: di qua, di lì, di là. 
Giunge ad una scuola dove una miriade di madri sta attendendo i propri pargoli; 
tutti si voltano divertiti, un’ennesima signora gesticola e indica una direzione e 
parla, parla, ma mai una parola diversa dal mandarino.
Ecco. Un’altra signora anziana, probabilmente scorgendo la sua espressione
smarrita (come un cagnetto in autostrada), la prende a cuore e decide di
accompagnarla. Le fa segno di seguirla.  

La salvezza è vicina. 
La nostra eroina si sente finalmente in braccia sicure. 
Tra un po’ tutto sarà dimenticato. 
Ecco un negozio, ecco, entrano.
Il negozio si rivela un alimentari di quelle categorie che da noi sono ormai
introvabili; c’è ancora speranza però.
Per poco però.
Arriva la soluzione paventata dalla docile vecchietta: un sacchetto rosso
abilmente legato alla caviglia della malcapitata. 

Un sacchetto. Con la scarpa dentro.
La ragazza sorride (ancora), docile al suo destino.
Esce e il suo buonumore per un momento ha un’esitazione: se prima tutti la
guardavano, ora il mondo è lì per lei. 

Caro amico concentrati sul colore del sacchetto: non un creme o un beige 
sul rosa andante. Un rosso. 


E’ lo spettacolo più interessante da un bel po’ di tempo per le strade di Wuxi. 
I vecchietti guardano perplessi quella straniera sconsiderata. 
Come può un white ghost arrivare a tanto per farsi notare? 
Che moda vergognosa. 
Ogni passo pesa tonnellate. 
Ma l’ingrata sorride e si accorge che il suo sorriso è sempre meno intelligente.
Appena voltato l’angolo la povera decide di sbarazzarsi del pesante fagotto
(prima non aveva osato, temendo di offendere l’ideatrice del progetto). 

Chiede dunque altre informazioni e la indirizzano più avanti, più avanti, 
e più avanti ancora.
Il luogo che tutti le indicavano è un mercato.
Di verdure.
Povera stolta, un altro sacchetto l’attende dunque al varco?
Un'urlante venditrice le segnala una piccola postazione; lei si volta cercando
ciabatte o simili ma trova un uomo chino sulla sua macchina da cucire. 

E’ abbronzato, ha l’aria gentile e abbandona subito il suo lavoro per accogliere 
tra le sue mani la scarpetta. Comincia col ricomporla e fissarla con la colla,
poi con abile mano incide la suola e svelto infila un uncino e inizia a cucire
con un resistente spago. Fa lo stesso con l’altra scarpetta. Rimette la colla
e, dopo 10 minuti di intenso lavoro, le porge tutto con estrema umiltà.
Lì tra quelle verze e melanzane allungate, tra germogli di soia e patate
dolci, quell’uomo le sembra il regalo più meraviglioso che avrebbe mai potuto
ricevere. Promette che a Natale non chiederà più nulla, lei ha già avuto.
E tutto al prezzo di 5 rmb (neanche 60 cent).
E poi dicono che  Cenerentola è una granculo. 

Non avevano ancora sentito questa storia di scarpette.



Commenti

  1. Fantastica, Lu! Ma che roba... E dire che il mio primo pensiero - idiota - e' stato: ma li non ci sono ad ogni metro, come a Roma, le bancarelle con le scarpe cinesi a 5 euro?

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    1. Macche'...grrr si' che ci sono le scarpe anche a 3 euro o meno MA il mio normalissimo piede del 38 e' considerato un Bigfoot. Impossibile trovare scarpe. E in quello stradone nulla.
      Il fatto curioso e' che qui in Cina i negozi vengono distribuiti per zone, cosi' in una via puoi trovare 100000 ferramenta per esempio ma se non l'azzecchi non troverai mai un fobshfjdsfkjkeg chiodo da nessun'altra parte della citta'!

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  2. Io...purtroppo...sto diventando cinese dentro....me ne sarei andata a casa con il sacchetto ai piedi....Uff, ora di tornare a casa!

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    1. Hai ragione!
      Vedo gia' la differenza, quest'anno mi sono messa a ridere da sola come una pazza, ho fermato un taxi e mi sono fatta riportare a casa.
      Ma l'anno scorso ero appena arrivata e non ci ero arrivata a questa geniale soluzione... non sapevo l'indirizzo e forse (spero per salvarmi) avevo scordato il biglietto a casa.
      Ma tra 4 anni in effetti mi ci vedo a darti retta! Hai tutta la mia comprensione!

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  3. Quanto ho riso!!! Ho le lacrime agli occhi!!! :D

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  4. Mi hai fatto ridere tantissimo!!! Comunque consolati, è successo anche a me ma non ho avuto l'idea geniale del sacchetto...me ne sono tornata a casa piena di vergogna strisciando la scarpa per terra (tipo la tua ma col gancetto ancora attaccato alla caviglia).

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  5. Nuuuu!!! ahahahahahahah!!! Me la ricordo ancora quella mail...ho riso fino alle lacrime due anni fa e rido ancora e ancora adesso...rischio il parto prematuro, te lo dico! Brava Luci. Onnonsarà il caso di comprare scarpe che anche da nuove costino almeno uno o due euro?!?!? Eddaisu!!! :D :D :D :D :D

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  6. una cosa che non c'entra con il tuo post.
    Avete una carta di credito cinese?
    http://blog.libero.it/Nanjing/11372555.html

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    1. Ce l'abbiamo e l'andazzo e' stato arduo anche per noi e terminato nell'esatto modo del caro TomCat...grazie a colleghe di Bussola.
      Ma il casino e' che l'azienda ha avuto problemi anche per dare carte di credito aziendali. Sembrava che fosse una richiesta fuori da ogni grazia DIDDDDIO. Averle ottenute e' stato un successone che ha inorgoglito il caro marito. Mah

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    2. Qualsiasi cosa in Cina funziona in base alle conoscenze.. No?

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    3. Infatti...ma mi ricorda tristemente un caro Paese di nostra conoscenza

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  7. fantastica :D
    la scenetta della vecchietta che ti accompagna per farti mettere un sacchetto rosso è bellissima!

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  8. Lucyy sei fantastiiica!!!!:DDD - Mari -

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