Departure Anxiety & Arrival Observations

Ansia da partenza & Constatazioni di arrivo
Departure Anxiety & Arrival Observations



PRIMA:

Tutto è vano.
Anche se negli anni ho affinato i miei metodi personalissimi pre-partenza:

-non pensare alle numerose valigie se non a due giorni dalla partenza;
- comprare qualche regalino per parentame/amici quando capita durante l'anno;
- non prendere appuntamenti se non quando si è sul suolo italiano;
- ricordarsi di prendere le mutande (sì le ho scordate più di ogni tanto)
- non pensare proprio

Nonostante ciò (insomma in realtà mettendoli per iscritto, avete ragione, constato che sono proprio metodi dello strapiffero) ogni pre-partenza è un trauma. Uno stress.
Come avere un triplo periodo premestruale per intendersi.

Sarà l'ansia da viaggio continentale con infanti a seguito. La mente che si sofferma sulle ore di attesa, gli scali. I capricci nell'abitacolo accanto a signori dormienti, infastiditi e giudicanti ( una vocina nella coscienza mi sussurra "seeeei una cattiva madre se tuo figlio non sta bravo, hai capito?").
Sarà l'idea delle odiate valigie da fare. Questa volta piene di tutta la vita della mia Preziosetta che dopo essersi brillantemente diplomata se ne andrà via dalla Cina e probabilmente da casa PER SEMPRE a soli diciotto anni (mamma italiana sono).
Saranno gli amici a cui dire addio. Ogni sacrosantissima volta.
Questa volta tanti. Tra cui anche la mia amica-sorella Elif e la sua famiglia.
Sarà la responsabilità di sentire sulle proprie spalle la gestione di tutti i figli mentre il Bussola arriverà dopo più di un mese.

Sarà il senso di colpa che mi assale più forte quando vedo mia mamma che si trascina dal divano alla cucina con fatica, sapendo che l'unica figlia che ci sarebbe per accudirla sarei io.
Sarà quel che sarà l'idea di partire e mollare la propria vita per tuffarsi, non in vacanza, badate bene, ma nella propria vita parallela (come diciamo con la mia amica Antonella) per un tempo lungo, mi getta ogni estate nel panico più totale.

BEFORE:

Everything is pointless.
Everything, also if during all these years  I sharpened my personal  pre-departure methods, is pointless:

- don't think about the tons of luggages before than two days pre-departure;
- buy some presents for friends and relatives during the whole year, not just before the holidays;
-don't take any appointment before leaving, only once you arrive in Italy;
- remember to put your underwear in the luggage (yes, I forgot them lots of times);
- don't think at all

Despite this (yeah reading it, you are right, they seem really silly methods now) every single pre-departure is a trauma. Stressful.
To understand better is like a kind of triple pre-menstrual period all at once.

Maybe it is the anxiety for the continental trip with infants. The mind is pausing on the waiting hours at the airports, the stopovers. The babies throwing tantrums close to sleeping, annoyed people (a voice in my mind is whispering "you are a suuuuch bad mom if your baby cannot be quiet").

Maybe it is the idea of all the luggage to fill.
This time full of all my big daughter Preziosetta's life. She brightly earned her IB diploma and she will leave China and probably our home FOREVER soon at the age of eighteen years old (I'm an Italian mom don't forget this).

Maybe it is the goodbye to say to other expat friends.
Every single time.
And this time it is the turn of my sister/friend Elif and her family.
Maybe it is the feeling of big responsibility on my own shoulder to have to take care of all the four kids alone for more than a month when Bussola is working in China.
Maybe it is the feeling of guilt coming out when I am seeing my mom who is slowly walking from the sofa to the kitchen, knowing I am the only daughter who could be able to take care of her.

Maybe it is the idea to leave and abandon your life to go directly, not on holiday,  be careful, but on your parallel life (as I and my friend Antonella say) for a long period of time .
Every summer the same story : pre-departure panic.


DOPO

Tutto è vano.

Eppure abbiamo appena fatto un viaggio di 31h da casa a casa.
Abbiamo preso (così furbamente perché ci vogliamo bene e non ci piace vincere facile) tre aerei, abbiamo fatto due scali, assistito a rotolamenti carpiati per terra in varie sale d'aspetto, ho pulito cacche in vari luoghi nel globo, abbiamo assistito a innumerevoli crisi di pianto/sonno/fame/stanchezza/risate fastidiose/capelli tirati/morsi.
Abbiamo rifatto un biglietto d'aereo perché l'agenzia aveva sbagliato, pagato per un extra bagaglio, compilato documenti per un seggiolino d'auto andato perduto, ecc ecc, ma siamo arrivati vivi.

Nonostante ciò una volta varcata la porta di casa e salutato i nonni all'improvviso non abbiamo mai lasciato l'Italia.
La Cina sembra un ricordo lontano e non siamo mai partiti

Ma accade solo a noi?


AFTER

Everything is pointless.


Still we just did a 31 hours trip from house to house.
We took (cleverly of course, we don't like to win without challenges) three planes, we did two stopovers, we looked at babies rolling on the floor of lot of places around the world.
I cleaned poos everywhere, we were affected by cry crises / sleeping crises / crises of hunger / irritating laughing crises / pulling each others hear crises  / biting crises.

We had to buy a new flight ticket because the travelling agency did something wrong, we had to pay for an extra luggage, we had to queue and sign up to declare  one lost luggage,  etc etc.

Despite all this, we arrived alive.

And despite all this, once we trespassed  our Italian home door and said hello to all grandparents, suddenly we were always in Italy.
China seemed a far memory and we never left.

But this is happening only to us?



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