La valigia dell'expat

È luglio. 
Come ogni anno da otto a questa parte sono in Italia per trascorrere le vacanze estive, ma tra poche settimane ritornerò con i miei quattro figli in Cina, calati alla perfezione nella nostra vita da expat.


Otto anni in cui dal punto di vista umano ho imparato molto. Ma che nulla è in confronto alla mia padronanza in uno specifico campo materiale: prego confezionatemi e conferitemi la laurea, il master e la specializzazione in Valigiologia.
La mia capacità di infilare in valigia cose improponibili è, devo ammetterlo (modestia scostati), grande.
L'incastro, il confezionamento, l'avvolgimento in metrature di carta scoppiettina, il grammo in eccesso, l'impacchettamento, l'isolamento, la piegatura, il sacchetto sottovuoto, non hanno segreti per me.
Nulla sfugge alla valigia da expat.
Prima timidamente, poi con audacia, scorrono da anni, sui tapis roulant di Shanghai Pudong, valigie piene di prodotti caseari: burro, stracchino, ancora introvabile in terra mandarina, parmigiano in tutte le sue sfumature. Rotoli di pasta sfoglia avvoltolati nelle mutande. Pancetta, prosciutto cotto resi inannusabili dai cani poliziotti.
Biscotti. Pasta, ravioli, tortellini, trofie.
La Sacra moka con chilogrammi di caffè.
Purificatori.
Il Sacro Bimby.
L'inamidante profumato per stirare.
Lievito, zafferano, libri, olio del contadino.
La maggiorana (da buona ligure).
Calze collant, introvabili o costosissime in Cina.
Sciroppi per la tosse. Supposte di tachipirina come se piovesse.
Ma in Cina oggi non è più come otto anni fa: ormai si trova davvero tutto.
C'è il genio della lampada TaoBao che fa diventare tutto realtà (questo non vale però per il cavolo nero e i carciofi. E quelli non li ho ancora messi in valigia).
In Cina si trova pure il bidet.
Giuro.
Non c'e bisogno di portare una sua fotografia in valigia per sentirsi più a casa.
A Suzhou c'è un compound da expat dove hanno i bidet veri ( "Join in the Grand" se devi trasferirsi, caro, vai lì).
Nelle case da expat spesso si trova il bidet giapponese che si appoggia direttamente sul water e oltre a spruzzare acqua e svolgere la sua funzione indirizzando guizzetti verso il davanti o il dietro a tutta forza o con delicatezza secondo i comandi e desideri del fruitore di turno, scalda anche la tavola del gabinetto.
Un sogno di pieno inverno.

Tornando alle valigie devo ammettere però di avere anche io le mie pecche.
Mi scordo sempre di mettere le cinture contenitive esterne per esempio e una volta, confesso, dovevo preparare di nuovo i bagagli con beni di prima necessità (perché dopo qualche mese in Italia, pensando di essere rientrati forrrrrevver, tornavamo invece da expat in Cina) ho scordato le mutande. Le mie.
Ora hanno aperto negozi di lingerie anche qui ma quando me le ero dimenticate avevo dovuto sbattermi non poco per trovarne e certo quelle della tagliafotomodella di mia figlia mi stavano comode solo in testa.

Ci sono poi tantissime cose che dalla Cina mi porto e porterei in Italia: assorbenti di qualità a buon prezzo, scarpe da bambini, wechat. Ohhh come mi porterei wechat per non dover più girare con la paura di non avere soldi o dimenticarmi la password del bancomat.

Cosa sono felice invece di lasciare in Italia e che non mi porto o porterei certo in valigia? I "mugugni" cronici e i miei suoceri in taglia naturale.

Ma ci sono nonostante tutto cose che vorrei sempre avere con me ma che non mi sono ancora riuscita a portare: gli amici che non hanno ferie e/o soldi per venirci a trovare, la focaccia "ciuppata" nel cappuccino, la risacca del mare sotto il cielo blu. La sensazione di essere a casa appena atterrata in Italia, nel bene e anche nel male. Il profumo fuori dal panettiere alla mattina. Le nuvole. Il gelato appena fatto leccato di gusto in passeggiata mare. L'aria frizzantina al mattino quando apri le persiane e metti le lenzuola sulla finestra.  Le chiacchiere, a me del tutto comprensibili (in dialetto ancora meglio), dei vicini di ombrellone al mare o di panchina al parco o in coda da qualche parte.
Un abbraccio e un sorriso ai genitori di tanto in tanto.
Ma anche il suono delle campane che scandisce le ore e lo scorrere del tempo nella nostra Italia.



Con questo post partecipo alla mia prima iniziativa di post complementare! 
Qui di seguito le altre partecipanti a questa iniziativa . Leggete i loro post!


 Cosa si dice a proposito di valigie:

In Giappone con Veronica nel suo blog   Il profumo del tatami

In USA con Isabella nel suo blog Mama Made in Italy

in UK con Francesca nel suo blog Mum What Else

e poi per restare in Cina con me la mia vicina di palazzo Antonella col suo blog Cucinanto

e Veronica che nel suo blog Travel Misadventures esplora Scozia e Cina!




Commenti

  1. Avrei proprio bisogno di prendere lezioni di valigiologia da te, io sono un disastro! Comunque non sarebbe male se wechat si diffondesse anche qui ;)

    RispondiElimina

Posta un commento